venerdì 22 novembre 2013

Una prostituta trans a Servizio Pubblico. "Voglio pagare le tasse". L'ostinazione italiana e il mestiere più antico del mondo.

Una trans a Servizio Pubblico, il programma di approfondimento politico di Michele Santoro su La7. “Voglio pagare le tasse”. La trans di origine turca, che vive in Italia ormai da anni, vuole pagare le tasse, perché fa la prostituta e la prostituzione in Italia è illegale. “Non mi piace vedere la gente soffrire”. La trans solleva un tema che in Italia sembra proprio essere un tabù. In questo paese tutto “casa e chiesa” dove evidentemente tutti crediamo in Dio, facciamo le preghierine inginocchiati sul letto la sera, il Rosario alle quattro del pomeriggio, andiamo alla Santa Messa tutte le domeniche anche a costo di non guardare Barbara D’Uso e organizziamo una processione ogni settimana, la prostituzione non si vuole proprio legalizzare, evidentemente qualcuno pensa che facendola rimanere illegale il proprio partner non sarà tentato e  prima o
poi, il mestiere più antico del mondo scomparirà. Povero scemo questo qualcuno. A parte che tradire è una cosa normalissima in natura (difficile da accettare ma così è) legalizzare la prostituzione significherebbe meno tasse per tutti e forse più tutela per le prostitute (o i prostituti, cosa da non sottovalutare ormai…) che starebbero al chiuso e non sulle strade alle otto della sera con le famiglie che passeggiano con i figli che chiedono: ”mamma, papà, perché ci sono tutte quelle signore nella strada?”. Forse anche i clienti guadagnerebbero in privacy e magari in salute, perché legalizzando la prostituzione sarebbe un obbligo ricorrere a dei controlli sanitari ogni tot di tempo. Ma al nostro paese si sa, non piace aiutare la gente per bene, meglio aiutare gli evasori fiscali o ancora meglio, i delinquenti che gestiscono i giri di prostituzione piuttosto che far pagare le tasse ad una categoria che esiste, o ci piaccia o no. 


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